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La Torre Eiffel al Paris Las VegasIl 90% delle persone con cui ho parlato di Las Vegas hanno espresso
immancabilmente un giudizio estremale su questa città. O la amano
alla follia o la odiano a morte. Nei due giorni che ho passato a Las
Vegas mi sono passate per la testa molte idee contrastanti, portandomi
a turno verso l'uno o l'altro degli schieramenti. A turno, cambiando
più volte sponda, mi sono sentito di quelli che amano questa città e
poi di quelli che la odiano. Dopo averla lasciata ho maturato un giudizio
sommario di "accettazione". Quando esprimiamo un giudizio lo
facciamo rispetto ad un metro. Se il metro è adeguato, il giudizio è soggettivamente
corretto. Las Vegas, a mio avviso, è una città troppo particolare
e speciale per essere misurata con metri classici. Per esprimere un giudizio
bisogna capirla. Per capirla bisogna accettarla. E per accettarla bisogna
viverla senza pregiudizi. Detto ciò, confermo e ammetto di essere
fermo alla fase di accettazione. Non ho ancora capito Las Vegas a sufficienza
per riuscire a formulare un giudizio appropriato. E allora perché scrivo
queste righe su Las Vegas? Beh, perché pur
senza aver capito Las Vegas in toto, senza dubbio mi sento di poter dare
un parere su alcuni dei pezzi del puzzle che la compongono. Il gioco d'azzardoLas Vegas è probabilmente la capitale mondiale dell'entertainment business ed in questa città, in termini di divertimento, non c'è differenza tra volere e potere. Sotto il profilo del gioco, l'esperienza di Las Vegas, è qualcosa di veramente unico. A chi, come me, non è abituato a giocare d'azzardo, Las Vegas lascerà modo di sperimentare qualcosa di radicalmente nuovo. Parlo di sensazioni. Puntualizzo subito che a Las Vegas, in due giorni, avrò giocato e perso circa 35$. Ma anche cimentandosi su sfide da 25¢ alla volta, si può assaporare ciò che Las Vegas offre al giocatore che è in tutti noi. Il racconto inizia in realtà dalla fine. Dalla fine delle monetine che riempiono uno dei tanti bicchieri che fungono, oserei dire, da contenitori di sogni. Eh già, anche il più razionale di noi (ed io sono uno statistico con una chiara idea delle probabilità di vincere/perdere) non può non ammettere che in ciascuna di quelle monetine nel bicchiere non ci sia almeno un fondo di sogno. Magari non il sogno della nostra vita. Magari semplicemente il sogno di sentire finalmente la nostra slot-machine tintinnare provando il piacere di un piccolo riscatto sulla sorte. Il suono delle monetine rilasciate dalle slot-machines è una delle cose che più intensamente mi ricordo di Las Vegas. Diventa alla fine come il canto delle sirene. E' inutile razionalizzare pensando che questo costante rumore è in fondo il frutto di poche vincite a fronte di miriadi di perdite. Questo suono porta inconsciamente a ragionare in modo oscuro, diverso dal solito. Dopo aver perso tutto, vaghi per il casinò sperando anche solo di trovare un ultima moneta persa per terra o abbandonata in un bicchiere. Guardandoti penseresti ad un accattone ma quella moneta vale più dei dollari che potrebbe vincere. Rappresenta sempre quella possibilità piccola ma pur sempre esistente, quel sogno che per un week-end inseguiamo a Las Vegas così come ogni giorno accade per altre cose nella vita. Il vulcano del Treasure Island MangiareUn punto fermo: tornerei volentieri a Las Vegas anche solo per i sui
buffet. Per chi non ne fosse a conoscenza, quasi tutti gli alberghi,
oltre ad altre catene varie, offrono un buffet del tipo all-you-can-eat.
Il principio è semplice. Si paga un prezzo fisso e poi si può mangiare
ad oltranza. Non ci sono limiti né di tempo né di quantità di
cibo. Tutto è permesso. Le bevande leggere sono solitamente incluse
nel prezzo, ma informatevi. I prezzi variano molto soprattutto a seconda
della qualità e della varietà di
cibo offerta dal buffet. Esistono, solitamente, tre fasce d'orario corrispondenti
a colazione, pranzo e cena. I prezzi sono più elevati per la cena
che offre piatti spesso più consistenti. Alcuni professionisti
del buffet cercano di entrare nella fascia del pranzo per poi approfittare
della fascia della cena. La cosa bella (ma che in un certo senso lascia
anche pensare) dei buffet è che si può letteralmente
sprecare il cibo senza che nessuno ti dica nulla. Se ti riempi il piatto
di pasta e poi non ti piace, la puoi lasciare e verrà buttata
senza colpo ferire. Sembra uno spreco ed infondo lo è. Ma Las
Vegas è un immenso business e i singoli pezzi del puzzle non possono
essere giudicati da soli. A pensarci bene, per ogni piatto di cibo che
si butta, c'è qualcuno che perde alla slot machine ben più del
costo di quel cibo. Moralmente opinabile (forse), ma sotto il profilo
del business non fa una piega. DintorniE' inutile negare che per quanto Las Vegas possa anche non piacere,
la posizione in cui è collocata offre
una varietà di opportunità che
forse nessun'altra città del sud-ovest offre. Mi limito a delle
brevi indicazioni. Un buon atlante poi vi chiarirà le idee. Recensione pubblicata la prima volta su free.it.viaggi.usa il 8 Novembre 2003 Links
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