Cap.
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Dove
si rende conto di come spesso le donne facciano ciò
che gli uomini non sono in grado di fare |
L'ultimo giorno pieno
a Parigi inizia lentamente. Ci rimane da toglierci qualche
sfizio. A passo lento lasciamo l'albergo verso le 9.30 e
raggiungiamo la fermata bus più vicina. Sarà
forse la quarta volta che usiamo l'autobus da quando siamo
a Parigi. Direzione La Fayette.
Sono
dieci giorni che, girando per Parigi, sbattiamo il naso
in gigantografie della Casta che, sdraiata in tutti i possibili
modi, reclamizza i magazzini La Fayette.
Devo dire che i magazzini sono veramente enormi, lo standard
è molto alto e una visita senza carta di credito
Visa Platinum ha lo stesso senso di visitare il Louvre senza
occhi: possibile ma inutile. Naturalmente la suddetta Visa
Platinum noi non l'abbiamo ma questo non ci scoraggia. Io
sono decisamente più scoraggiato dalle dimensione
dei magazzini. Fortunatamente, che Dio la benedica, Magda
non ha un istinto allo shopping particolarmente sviluppato.
Posso solo immaginarmi cosa sarebbe potuto accadere se avessimo
dovuto provare scarpe e vestiti sulle svariate migliaia
di metri quadri di La Fayette. La cosa più incredibile,
di cui mi accorgo con ingenuità solo quando ce l'ho
sotto il naso, è che quello che abbiamo appena visitato
è il La Fayette per donne. Basta attraversare la
strada ed ecco che si presenta, altrettanto grande, il La
Fayette per uomo. Io glisso la visita con un gentile "no
grazie, non mi interessa". In questa zona ci sono molti
altri negozi. Ne esploriamo molti ma lo standard è
sempre piuttosto fuori budget. Rimandiamo lo shopping a
dopo pranzo in zona Les Halles.
Come un bambino che è
al tempo stesso attratto ed impaurito da un oggetto, sento
che una visita a Parigi non sarebbe completa senza aver
pranzato mangiando escargots (lumache).
Comincio subdolamente a proporre a Magda di provarle e inaspettatamente
lei accetta senza troppe difficoltà benché
un po' titubante. Ci dirigiamo verso il quartiere Latino
dove torniamo ad un ristorante già provato. Io prendo
un menù classico, a Magda toccano le escargots. Il
cameriere arriva con delle posate speciali la cui forma
e punta indurrebbe a credere che le lumache le si debba
uccidere in loco e che siano anche dure a morire. Fortunatamente
non è così. Mentre io gusto il mio pollo,
ecco che arrivano le escargots. Ormai non ci si può
più tirare indietro. Con un coraggio non indifferente,
Magda ne prova una. "Come sono?". "Sanno
di fango", mi riponde (ora ho ancor meno voglia di
provarle). Ma le piacciono. E via con le altre cinque. Mi
aspettavo qualcosa di più "scenic" ma si
può dire che anche questa è fatta.
Dopo
mangiato ci rimettiamo in moto. Direzione Les Halles.
Questa zona, a ovest del Centre Pompidou, non è particolarmente
bella per usare un eufemismo, ma è piena di negozi
che offrono ottimi affari e un eccellente rapporto qualità/prezzo.
Con qualche busta dietro, decidiamo di vedere una delle
poche cose che ci manca. La Defence ed
il suo famoso edificio "bucato". Arrivati in zona,
facciamo un giro e poi ci fermiamo a chiacchierare su una
panchina in un giardinetto lungo la Senna. Si fa tardi e
oggi abbiamo camminato parecchio. Prendiamo la metro per
raggiungere il Louvre. Per un motivo o l'altro mi manca
la foto vicino alla piramide di vetro e non posso mancarla.
Poi si va verso il nostro alloggio. Ffacciamo un veloce
salto in albergo per lasciare gli acquisti, ultima cena
al McDonald’s di Place Pialle e due passi per l'ormai
familiare zona a luci rosse . Quello al quale assistiamo
è l'ultimo tramonto a Parigi di questa vacanza. Poi
ce andiamo in albergo a preparare i bagagli. Ma domani abbiamo
ancora un po' di tempo e c'è ancora tanta voglia
di sfruttarlo.
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