Cap.
IX
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In
cui, tra le altre cose, è riferito della visita
a St. Germain e di un esempio di come ciò che
è tolto, a volte, è ridato |
Dopo la tre giorni di
musei, abbiamo voglia di camminare un po' all'aria aperta,
senza mete e senza fretta. Ci muoviamo dall’albergo
sul tardi. Sono le 10.30 infatti quando raggiungiamo il
Pantheon. Da lì, abbiamo in programma una passeggiata
per il quartiere Latino.
Il Pantheon è uno dei tanti monumenti
visitabili gratuitamente col Paris Museum Pass. Unico particolare,
il nostro Pass è scaduto ieri. Per l'esperienza fatta,
gli addetti al controllo del Pass prendono la faccenda in
modo piuttosto poco rigoroso. Un'occhiata e via. Inoltre
sembra esserci una relazione diretta tra il livello qualitativo
del monumento/museo e la precisione del controllo. Propongo
a Magda di provare a fare i furbi. Prima però butto
un'occhiata nel Pantheon. Sembra veramente poca cosa. Questo
mi induce a pensare che il controllo sarà gestito
informalmente e mi sento anche "giustificato"
nel tentare d'entrare a scrocco in un posto che ha poco
da offrire.
Risultato dell'operazione "Gnorri" è questa
breve conversazione tra me e l'addetto:
Addetto:"Monsieur,
your Pass has expired"
Io: "R-E-A-L-L-Y?"
Addetto: "Yes,
23, 24, 25 (mostrandomi rispettivamente indice, medio e
anulare), three days, today is 26th"
Io: "Oh,
ok…I thought it was still valid"
Segue fugace occhiata
per vedere tutto ciò che era possibile vedere e ritirata.
La cosa bella degli Italiani è che siamo in grado
di far figure del genere e poi andarcene con la faccia sdegnata
di chi ha subito un torto.
Usciti dal Pantheon,
ci dirigiamo verso il quartiere
Latino. Facciamo due passi anche all'interno
del famoso Jardin du Luxemburg, bello,
curato e verde. Giorni di dieta differente dall'abitudinario,
hanno ormai prodotto una sorta di fame arretrata che si
manifesta puntuale come un orologio verso le 11.30. Decidiamo
(nel senso che io decido, propongo e approvo in stile puramente
liberale) di continuare la nostra passeggiata ma con obiettivo
il ristorante dove qualche giorno prima avevamo visto quello
spettacolo culinario che risponde a nome fondue. Passiamo
davanti alla famosa Sorbonne e visitiamo
la chiesa di St. Severin. Questa, sebbene
non famosissima, ci piace molto.
Prima di giungere al ristorante, per mia fortuna e sfortuna
di Magda, individuo un fornitissimo negozio di fumetti giapponesi
(manga). Riesco perfino a trovare i numeri finali di una
serie (Noritaka) sospesa in Italia causa fallimento casa
editrice. Sono in francese, ma il francese lo mastico.
In preda ad euforia fanciullesca
raggiungiamo finalmente il nostro ristorante. La fondue
è un piatto piuttosto costoso (con 14 euro in Italia
ci prendo 4 pizze!) ma per un amante del formaggio come
me è un'esperienza impedibile. Per chi non la conoscesse
funziona così. Vi portano una pentola piena di formaggio
fuso e un fornelletto acceso in modo che il formaggio rimanga
sempre liquido. Poi, a vostra scelta, arriva un piatto di
baguette tagliata o di polpette o altro. L'idea è
quella di inzuppare la baguette o le polpette nel formaggio
liquido. Detto tra noi, l'idea non è per nulla male.
Inoltre, una fondue è più che sufficiente
anche per due persone. Il dolore per la perdita del mio
formaggio squagliato al sole si attenua un po'. Infondo
ho avuto ciò che mi era stato tolto.
Finito il pranzo, ci orientiamo
verso St-Germain-des-Prés per un
gelato. Cosa accadrà nel mio stomaco quando una colata
di lava calda (la fondue) incontra una colata di lava gelata
(il gelato)? La domanda vuole una risposta. E quando dico
che la vuole, intendo che la esige. La "domanda"
alla quale rispondere e la stanchezza accumulata nei giorni
precedenti ci suggerisce di accelerare il passo in direzione
di qualche metro che ci riporti in albergo. Non c'è
poi così tanta fretta. Giriamo per il quartiere di
St-Germain, davvero molto bello. Anche l'omonima chiesa
è piuttosto carina (più da fuori che da dentro).
Ci fermiamo a scrivere qualche cartolina, imbuchiamo presso
un ufficio postale e via verso il nostro albergo.
Usciamo dall'albergo verso le 19 per una passeggiata tra
le viuzze della parte sud della collina di Montmartre. Qui
è pieno di negozi di souvenir. Concluso il giro,
si ritorna in albergo. Cena a base di baguettes e salumi.
Domani è il nostro ultimo giorno pieno a Parigi.
Facciamo un punto della situazione. Non rimane molto da
fare rispetto a quello che era in lista al nostro arrivo.
Domani possiamo dedicarci a girare per negozi.
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