Cap.
VI
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Ciò
che successe nel primo dei tre giorni spesi tra musei
in cui si visitò anche il famoso Musée
d'Orsay |
Comincio questo capitolo
con un passo indietro alla serata del giorno prima. Come
promesso qui racconterò la storia di un pezzo di
formaggio. Chi non volesse leggerla dovrà solo saltare
i pezzi in corsivo.
Essendo la serata fresca Magda mi suggerisce di lasciare
il mio bel formaggio appeso fuori dalla finestra in un sacchetto
di plastica a prender fresco. Lei dice che è una
tecnica diffusa in dormitorio tra gli studenti che non hanno
un frigo in camera. Io lascio che faccia e fiducioso dormo
sogni tranquilli.
Ci svegliamo la mattina presto. Oggi comincia la tre giorni
di musei. La lista delle cose che ci interessano è
piuttosto piena e ancora non siamo sicuri di come riusciremo
a gestire i tempi.
Per il primo giorno decidiamo di seguire un itinerario che
raggruppa il Musée de l'Armée, la Tomba di
Napoleone, il Musée Rodin, il museo delle fogne di
Parigi ed il Musée d'Orsay. Il progetto può
apparire ambizioso ma tutti questi musei sono piuttosto
vicini e speriamo di risparmiare tempo sugli spostamenti.
La metro come al solito efficientissima ci porta sotto il
Musée de l'Armée.
La storia mi ha sempre interessato anche se non posso proprio
dirmi un appassionato. In particolare la storia militare
ha un fascino tutto suo. Il Musée de l'Armée
è articolato su un bel po' di piani. Non c'è
dubbio che un occhio esperto possa trovare in ogni dettaglio
un motivo di gioia. Il nostro occhio però, così
esperto non è e dopo un paio di piani cominciamo
ad accelerare sempre più il passo verso la tomba
di Napoleone. Molti cartelli indicano la direzione da seguire.
Usciti dal museo, percorriamo poche decine di metri ed eccoci
all’entrata della tomba. La Tomba
di Napoleone appare maestosa e ricca nell'architettura
anche se non c'è poi molto da vedere. Il sarcofago
di Napoleone è enorme. I marmi colorati, le colonne
di porfido e le varie sculture sono molto belli. Usciamo
dalla tomba dopo un giro di una mezz'ora.
Non lontano si trova il Musée Rodin.
Ci dirigiamo in quella direzione. Conosco Rodin quasi esclusivamente
per il suo “Pensatore”
e ho paura di imbattermi in un museo piuttosto noioso. Appena
entrato mi devo ricredere. Il museo è allestito nella
villa in cui Rodin ha vissuto. C'è anche un giardino
bello grande dove fanno capolino nel verde alcune sculture.
Facciamo prima un giro del giardino. Ci sono numerose panchine
dove è piacevole sedersi a guardare le sculture.
Entriamo poi nella villa che si compone di due piani. Molte
sono le sculture in mostra ma tutte particolari ed interessanti
anche per chi di scultura non è un intenditore. Il
giro è piacevole e porta via un tre quarti d'ora
abbondanti. Finito di vedere tutto, usciamo.
La prossima destinazione è un museo certamente minore
di Parigi ma che ci incuriosisce. E' il Musée
des Égouts de Paris, le fogne di Parigi.
Naturalmente è sotterraneo ed il giro proposto porta
attraverso delle vere e proprie fogne. L'odore è
forte e non ricorda di certo i famosi profumi francesi.
A tratti è addirittura nauseabondo. Concludiamo il
giro piuttosto velocemente per tornare all'aria aperta.
Mi viene da pensare che solo un appassionato di ingegneria
o idrodinamica possa pensare di sacrificare il proprio olfatto
in questo museo.
E' ormai ora di pranzo e, mentre ci spostiamo verso il Musée
d'Orsay recuperiamo le solite baguettes.
Ad un tratto il sole a picco mi fa passare per la testa
un pensiero che ben presto si tramuta in terrore. Abbiamo
lasciato il mio formaggio (il mio prezioso formaggio!) fuori
dalla finestra. Provo a illudermi pensando che in fondo
la nostra finestra dà su un una zona abbastanza ben
coperta dal sole da altri edifici. Oppure, magari, mentre
in questo punto di Parigi c'è un sole sahariano,
presso il nostro albergo c'è una folta coltre di
nubi! Ma mi rendo conto che sono solo tutti tristi modi
di non affrontare la realtà. Il mio formaggio starà
grondando sulla finestra sottostante.
Nonostante tutto, dopo aver mangiato, entriamo al Musée
d'Orsay. Questa sarà forse la coda più
lunga dei tre giorni di musei che il Paris Museum Pass ci
permetterà di saltare. Ce n'era almeno per un'oretta.
Il Musée d'Orsay è splendido. La struttura
ricavata da una vecchia stazione dei treni è particolare
ma ben si adatta alla propria funzione. Naturalmente anche
le opere esposte sono fantastiche. In particolare la pittura
impressionistica è bellissima. Tra i miei quadri
preferiti ci sono sicuramente La famiglia Bellelli
di Degas, Aratura nella regione del Nivernais di
Bonheur e L'Angelus di Millet.
La visita dura un bel po' ma ogni minuto è ben speso.
Usciamo
che sono ormai le 17.
Essendo in zona, propongo a Magda di visitare il Musée
Guimet. Io sono un appassionato di arte e cultura
orientale e non posso certamente mancare questa visita.
Il Guimet è un museo che, a mio parere, è
letteralmente meraviglioso. Ci avrei passato ore ma il museo
stava per chiudere. Potrei dire che, rivedendo una frase
del celebre Blade Runner, ho visto cose che noi occidentali
non potremmo neanche immaginare. Le statue, le ceramiche,
le tele…tutto è incredibile. Ho visto per la
prima volta in vita mia delle opere originali di Hokusai.
L’ora passata al Guimet mi lascia in contemplazione
mistica. Le opere in esposizione sono così incredibilmente
diverse da quello che ha offerto la cultura occidentale
nella sua storia che non è possibile non rimanere
incantato.
C'è tempo e voglia di fare ancora qualcosa usufruendo
del Pass. Decidiamo di muoverci verso il Centre Pompidou
per visitare il Musée
d'Art Moderne. Arriviamo convinti di aver un
del tempo per vistare il museo ma scopriamo che il centro
il Martedì chiude alle 18 invece che 20.50 come per
gli altri giorni.
Siamo delusi dato che, tra l'altro, ci troviamo anche in
una zona, quella del Marais, che non è delle nostre
preferite.
Decidiamo comunque per una passeggiata prendendo direzioni
che non avevamo già percorso. Troviamo una zona abbastanza
ricca di interessanti
negozi, specialmente per Magda. Si tratta soprattutto di
vestiario. Decidiamo di dedicarci allo shopping.
O meglio, lei shoppa, io guardo e do qualche parere. Alla
fine mi ritrovo con alcune buste in mano. Devo dire che
però sono tutti vestiti molto carini e possiamo anche
raccontare di aver fatto shopping proprio in uno dei principali
periodi di saldi a Parigi. I buoni affari non sono mancati.
Ormai è ora di cena e ce ne torniamo in albergo.
Arrivati in stanza io mi getto alla finestra. Il mio
amico fedele è ancora lì. Piegato dal sole
emana un odore ancora forte tant’è che penso
che forse c'è ancora speranza. Invece non c'è
più nulla da fare. Il mio formaggio è ormai
in liquefazione. Non resta che dargli l’estremo saluto.
Tra la commozione generale lo butto nel water. Vai amico
mio, vai…chissà dove ti porteranno le limpide
acque di questo sciacquone. Raggiungi la Senna e poi il
mare. Giunto lì, tornerai ad essere libero.
Morto un formaggio se ne fa un altro. Riempite le baguettes
di un altro formaggio e di un salame danese color rosa shocking
ceniamo. Oggi abbiamo camminato tanto. Siamo stanchi e domani
ci aspetta una giornata dedicata alla scienza come vedrà
chi vorrà leggere il prossimo capitolo.
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